Quel muro da coprire.

C'è chi dice che per relazionarsi con gli altri bisogna indossare una maschera, che tutti ne abbiamo una, o anche di più, che bisogna fare attenzione ad aprirsi, a mostrarsi per quel che si è.

Bisogna creare un muro dicono, come un confine che non può essere oltrepassato, osservato, mi chiedo: perché tutto questo?

Il perché credo di averlo compreso, anche se non fino in fondo, ma in poche parole si tratta di un gioco appreso e messo in atto negli ultimi anni, motivo per cui siamo tutti sempre più soli, faccia a faccia con chi non ci comprende e mente spudoratamente. 

Si chiamano amici tra di loro, addirittura fratelli, per poi pugnalarsi alle spalle a vicenda, giusto per non rimanere da soli stanno lì con le loro maschere a circondarsi di un nulla, come un buco nero che tutto divora, e una volta dentro, si perde la cognizione di ogni cosa, la materia svanisce e non ci sei più.

I limiti ci vogliono, non dico di no, ma che senso ha vivere una vita con un muro davanti che non ci permette di vedere aldilà delle apparenze? 

Una barriera che non permette nemmeno di sfiorare ciò che veramente vogliamo è come l'autolesionismo, devastante per se stessi e per chi ci ama.

I muri invecchiano prima o poi e bisogna buttarli giù o farli nuovi, una volta crollati si può ammirare la realtà con occhi diversi, ma se proprio non si riesce, lo si può arricchire con elementi che ci rappresentano, piccoli tasselli che compongono il nostro essere e metterli esposti come in una galleria.

Una volta scelto cosa mostrare non serve fare altro, basta aspettare colui che saprà apprezzare, e se avrà deciso di attraversare quel muro saremo lì ad accogliere a braccia aperte.

Quella barriera che una volta era di pietra, piena di crepe e malandata, ora ospita l'intreccio delle foglie tue, cresce e cresce perché tutto vuol coprire, quel muro c'è anche se non si vede.



Le barriere da abbattere per trovare le anime affini
I muri tuoi, acrilico su tela. 


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