Il Dio del nulla.

A fatica si muovono i tuoi passi, stanche le tue gambe e stanco sei tu, di quel ghiaccio che maestoso si erge intorno a te e che un tempo eri intento a venerare con fierezza, lo stesso gelo che ora porti nel cuore.

A fatica respiri quell'aria pungente che sa di mille lame, come spine che hanno preso il sopravvento al posto di quelle rose che un tempo profumavano la campagna e la terra era incontaminata. Dove tuo padre si fece roccia e sudore per donarti una ricchezza che tu hai distrutto, dove un tempo il sole splendente sull'erba dava vita all'eden. Un terreno bagnato dalla sua fronte, un sudore ora misto al mio per assaporare il gusto di una bellezza che sa di vita.

Adesso per le tue vie cammino, ci sono tornata padre... Sento e vedo il tuo desiderio di distruzione, ogni centimetro di questo luogo divenuto inferno mi parla di te, mentre io mi faccio forte per spazzare via l'orrore che la tua anima rappresenta.

Padre, è spaventoso, non sapevo da dove cominciare per chiudere questo cerchio ed avere finalmente la pace. Se tu fossi lucidità ti chiederei il perché, però non posso, così lo sussurro al vento che all'improvviso si alza con una potenza tale che pare quasi essere in grado di spazzare via ogni cosa.

Raccolgo di tutto, frammenti di una storia lontana che è la tua senza di noi, quando tutto ebbe fine tranne che il tormento... Vetri ovunque padre, attrezzi arrugginiti e pungenti sotto ai miei piedi, un tappeto di veleno per noi che non meritiamo. Tutto quello che mamma amava sepolto ormai per sempre, senza pietà hai buttato via tutto l'amore che avevamo in corpo, ma tu padre, hai buttato la cosa più preziosa che possedevi, la tua vita. 

E sembrava di stare sui ghiacciai dove vita non poteva essere, ma una farfalla bianca mi indicava il pericolo che io non potevo vedere, poiché due occhi non erano sufficienti per un simile dolore.

Le piante emerse dal cemento sono divenute testimonianza di una rinascita possibile e più le guardo e più con orgoglio vado avanti, con la speranza di riportare questa terra al suo lontano splendore.

Padre, questo freddo è micidiale, le parole mancano così come il respiro, mi hai spezzato il fiato con questa tua discarica d'odio... è questo il tuo ultimo dono? Si, l'ultima montagna che devo scalare ed una volta in cima avrò nuovamente perso un pezzo di me.

Ci sarai in ogni cosa mentre sarò impegnata a sciogliere questo ghiaccio, intanto mi guardo attorno e penso: vorrei fosse solo un brutto sogno. E ti vedo barcollare per queste vie dell'orrore, scivoli e miseramente cadi al suolo, ma padre io non posso aiutarti, ormai sei un Dio di fredda pietra, se ti tocco mi congeli e non esiste un ritorno.

Aspetto il giorno in cui tutto sarà finito per opera di queste mani che ora tremano, poi sdraiata sull'erba me ne starò a fantasticare... Padre, sognerò che forse un giorno sarai in grado di amare.




Il signore dei ghiacciai, acrilico su tela. 


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