Autunno.
È giunto il momento di ammirare ciò che appassisce, che cade al suolo dopo un volo leggero, mentre la nebbia arriva a coprire tutto insieme a questo cielo ora cupo e nero.
La terra si fa fredda e la natura si zittisce, le foglie abbandonano i suoi rami e poi danzano nel vuoto.
E giungono le prime acque a nutrire la natura, l'erba si fa più verde e del grigio cancella la paura.
Gocce di rugiada arricchiscono le piante, usan le foglie come scivoli per poi tuffarsi nelle pozzanghere, una fusione divenuta fango che ora sporca ogni via, quasi a voler incidere ogni passaggio con una lunga scia.
Quell'acqua appare sporca, non sai come attraversare, ma l'anima ti sussura: impara a guardare...così rivedi quella pozzanghera, è calma e non si muove, il cielo ci si specchia e gli occhi poi commuove.
È il mio autunno, come faccio bene a spiegare? Ho semplicemente l'animo di chi ama creare. Matta e fantasiosa, sognatrice implacabile, poi a smontare questo mondo sono veramente abile.
Vedo i rami specchiarsi, tristi e senza colore, ma la pozzanghera ha una cornice testimone del loro errore.
È un tappeto di foglie, un'esplosione di colore, l'albero è ancora completo in un ottimismo fatto di illusione.
L'illusione, acquerello su carta. |
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