Si salvi chi può.

Si salvi chi può, in questo momento incerto, per tutti quelli che continuano a sognare, sperare e non gettano mai la spugna, a chi è uscito fuori dal gregge... Sapessero gli altri, coloro che criticano, quanta fatica costa e quanto impegno ci vuole. Quanto è dura mettersi in gioco sapendo di poter fallire?

Ecco, proprio lei, la paura del fallimento, colei che ci paralizza in una vita di insoddisfazioni e, che nonostante questa consapevolezza, ci tiene incollati a quel momento che chiamano certezza e stabilità. 

Ma io mi chiedo, è davvero così? È davvero così importante per noi, fare un lavoro che si odia e trascorrere la maggior parte della nostra vita a fare qualcosa di inutile?

Qualcosa è andato storto, a tal punto da essere diventati la prigione di noi stessi, del maledetto denaro, superficialità, oramai intesa come i piccoli piaceri della vita. 

Ma da quando in qua i piaceri della vita hanno un prezzo?

Nessuno può comprare la felicità, l'amore e tutto il resto, ma siamo accecati e non vediamo la follia che viviamo quotidianamente. 
Una monotonia infernale che ci porta addirittura a trascurare le nostre vite, l'amore per noi stessi e le persone care, che dopo anni trascorsi a spaccarsi la schiena, raggiunta la pensione, non sappiamo nemmeno come trascorrere tutto quel tempo libero che finalmente si ha a disposizione. 

Strada facendo perdiamo noi stessi, un anestesia che addormenta tutto quanto tranne la produzione continua, quella si che andrebbe fermata immediatamente!

E ci si stordisce con i maledetti vizi, sempre più abituati al lusso di sperperare via dei soldi che costano una vita intera, un prezzo inaccettabile, ma lo è ancora di più vedere come chiniamo il capo senza battere ciglio, però ci si lamenta, certo, fatto sta che il giorno dopo ricomincia tutto daccapo. 

Un ciclo fatto solo di morte, si, perché la vita è tutt'altro, è svegliarsi al mattino felici con voglia di fare e non disperarsi in una fabbrica per otto ore, a volte anche di più, dove il più delle volte siamo addirittura costretti a subire mobbing, ci rendiamo conto del veleno che dobbiamo mandare giù fino alla vecchiaia?

Non dimenticherò mai quella fabbrica, tutti i torti subiti e la voglia di scappare in preda ad attacchi di panico, l'angoscia che cresceva sempre di più, nel frattempo i ricordi di quella che ero si facevano vividi e pian piano hanno preso il sopravvento. 

La cattiveria di molte persone, che volevano farsi del male a vicenda, non ha fatto altro che darmi la forza di cambiare, evadere da quel mondo che mai sarà il mio. 

Appena toccato il fondo diventa molto più semplice uscire fuori dalla massa, perché è molto più spaventoso restare piuttosto che andare verso l'ignoto, già, perché in casi simili c'è sicuramente una certezza... Peggio di così non può andare. 



Fuori dal sistema
Distacco, acrílico su tela. 




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