Oltre il recinto.

Tutto fermo e silenzioso in questa notte d'autunno, dopo giorni trascorsi a spazzare via le foglie che sono cadute, ed ora, gli alberi fragili al freddo circondano questo mondo, silente ma impaziente e potente si fa il pensiero di chi sa di essere vicino al sogno, lo stesso di mille notti trascorsi nel ghiaccio divenuto uno specchio che più e più volte ha tagliato l'immagine tua.

Un labirinto confuso e senza uscita, mille vicoli ciechi a negare il successo e, davanti agli occhi, l'immagine ormai divenuta un incubo che è la tua, solamente quella, in trappola come un topo, giri e giri fino a trovare l'uscita, finalmente il sapore della libertà ma che sai di non poter assaggiare, devi rimanere lì dentro anche se non vuoi, perché le catene sono lunghe abbastanza da non farti oltrepassare quel passaggio.

E guardi all'interno della tasca, ti accorgi di avere la chiave che ogni prigionia sa sciogliere, nel contempo l'angoscia di un'amara consapevolezza... La libertà che tanto brami sa di incertezza, distacco e abbandono.
A bassa voce chiedi, forse al vento, a qualche entità che vive nel tuo mondo, a chiunque possa ascoltare: cosa è giusto fare?

Forse conosci già la risposta, ma troppo senti il peso di quella scelta, così il passo indietro arriva puntualmente allo scoccare della mezzanotte, come cenerentola perdi tutto e ritorna la cenere sul volto che prima splendeva. 

Senza carrozza alcuna, a piedi nudi sull'erba bagnata, che le tue lacrime non si vedono al cadere e con loro cade la speranza del mondo che da sempre desideri, per questo vorresti avere il potere di spazzare via il tempo, le ore ed ogni secondo che separano te e lui da quel grande albero dei sogni.

Lo stesso albero che si regge incantevole per indicare la via ma senza coprire l'orribile recinto, quasi ad attendere l'ultimo saluto di questi anni fatti di miglioramento e fallimento, necessari per oltrepassare quella barriera.

Scrivi queste righe mentre lui dorme e spera in un viaggio astrale, mentre il dolce che copre l'amaro non conosce la voglia che hai di gridare, urli attraverso i colori di una notte che fa da cornice ai dubbi e alle paure, ma anche quest'ultima sa di gabbia, in realtà vorresti annientare quello spazio limitato per rendere il tutto reale, uno scenario visibile e tangibile, soprattutto, possibile da attraversare... Ormai sei lì ferma a quel pensiero anche se non puoi scappare.

Cerchi il miracolo, un evento che possa cambiare il presente, infine la rabbia perché sai di essere tu l'unica soluzione, ma troppo impaurita e confusa per sciogliere le catene. 

Non è possibile, non è giusto, il sogno è proprio lì dietro l'albero dei sogni, devo andare li dentro prima che la neve arrivi, altrimenti l'inverno rigido mi prenderà per portarmi via da te. Ma è vero che tu sempre ci sarai? Così dici ogni giorno, sarai lì dietro quel recinto pronto a prendere la mia mano?

Lo so, come me hai voglia di andare lontano, ma senza troppo pensare, non come faccio io che è proprio questo lo sbaglio. Se mentre dormi tu potessi catturare i miei pensieri più cupi allora forse potresti purificare ogni cosa, con l'anima prendermi e portarmi nello scenario che ho appena disegnato.

Non vedo gli occhi tuoi ed è per questo che ho perso la via, ad ogni modo sento il tuo amore e la tua anima, dovresti sentirla...sembra la mia. 

Canta e canta tutte le notti, come una sirena mi trascina verso di lei, nello scenario più bello che io abbia mai visto, la via lattea illumina il mistero dell'ambiente circostante, ma il tuo amore è come l'alba di un nuovo giorno, sempre l'inizio e mai la fine, dove tutto comincia con la stessa pace con la quale tu guardi fuori appena sveglio.




Oltre il recinto.
L'albero dei sogni, pastelli a olio su foglio A4



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